OSSERVATORIO GIURISPRUDENZA

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Il “mutuo solutorio” al vaglio delle Sezioni Unite civili della Corte di Cassazione (sentenza n. 5841/2025)

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5841/2025, hanno risolto il contrasto sulla natura del mutuo solutorio, qualificandolo come mutuo tipico e riconoscendone l’idoneità a costituire titolo esecutivo. L’articolo ricostruisce l’intero percorso motivazionale della Corte, esaminando le norme applicate, i precedenti richiamati e i principi di diritto enunciati.

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Cass. civ. 9395/2025: escluso il diritto alla provvigione del mediatore per inadempimento dell’obbligo informativo

Con l’ordinanza n. 9395 del 10 aprile 2025, la Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione torna a pronunciarsi, con particolare rigore argomentativo, in tema di responsabilità del mediatore immobiliare, riaffermando e precisando il principio secondo cui quest’ultimo è giuridicamente tenuto a conformare la propria condotta ai canoni della buona fede oggettiva e della correttezza, declinati alla luce della diligenza qualificata propria della categoria professionale di appartenenza (artt. 1175 e 1375 c.c.).

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Le case mobili? Non sono più “mobili”. Il Consiglio di Stato chiarisce i limiti tra precarietà e trasformazione urbanistica

Il Consiglio di Stato (Sez. VI, sent. n. 2597/2025)  interviene nuovamente sul tema della qualificazione giuridica delle cosiddette “case mobili” installate all’interno delle strutture ricettive all’aperto. Una questione che ha forti implicazioni in ambito catastale, urbanistico ed edilizio, e che impatta in modo significativo sull’operatività di campeggi e villaggi turistici.

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caso Lexitor, la Corte Costituzionale si pronuncia

In caso di restituzione anticipata del finanziamento, il diritto del consumatore alla riduzione dei costi sostenuti in relazione al contratto di credito non può essere limitato a talune tipologie di costi, in funzione di quando sia stato concluso il contratto. È...

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SS.UU. Nullità parziale delle fideiussioni schema ABI

Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione con la recentissima sentenza 30 dicembre 2021 n. 41994 hanno affermato il seguente principio di diritto: «i contratti di fideiussione a  valle  di  intese  dichiarate  parzialmente  nulle dall'Autorità Garante,  in...

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Fideiussione secondo il modello ABI, la questione alle Sezioni Unite

Con ordinanza interlocutoria depositata il 30 aprile 2021, n. 11486, la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione ha rimesso gli atti al Primo Presidente, per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite civili, della causa attinente la questione relativa alla nullità dei contratti stipulati in conformità d’intese restrittive della concorrenza – e all’eventuale applicabilità alle fideiussioni bancarie prestate in conformità delle condizioni uniformi predisposte dall’ABI, che ha già costituito più volte oggetto di esame da parte della Corte di Cassazione, anche a Sezioni Unite, con esiti interpretativi tutt’altro che univoci e, comunque, ritenuti ormai non più adeguati rispetto alla frequenza con cui il fenomeno tende a riproporsi ed alla multiforme tipologia dallo stesso assunta negli anni più recenti.

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Risoluzione anticipata della concessione di pubblico servizio,rientra della giurisdizione dell’AGO la controversia sui rapporti dare-avere

Rientra nella giurisdizione del giudice ordinario la controversia avente ad oggetto i rapporti di dare-avere tra una società e un Comune a seguito della risoluzione anticipata della concessione di pubblico servizio relativa all’espletamento di un servizio idrico, nel caso in cui occorra valutare il valore patrimoniale di quanto richiesto dall’appellante come rimborso per gli investimenti posti in essere. Lo ha  chiarito il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana con la sentenza 19 aprile 2021 n. 328 – Pres. de Nictolis, Est. Molinaro,

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CGA, possesso in capo alla mandataria dei requisiti ed esecuzione delle prestazioni in misura maggioritaria, alla Corte di Giustizia Ue la compatibilità comunitaria

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha rimesso alla Corte di Giustizia Ue la questione se l’art. 63 della direttiva 2014/24 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014, relativo all’istituto dell’avvalimento, unitamente ai principi di libertà di stabilimento e di libera prestazione di servizi, di cui agli artt. 49 e 56 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), osti all’applicazione della normativa nazionale italiana in materia di “criteri di selezione e soccorso istruttorio” di cui all’inciso contenuto nel penultimo periodo del comma 8 dell’art. 83, d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, nel senso che in caso di ricorso all’istituto dell’avvalimento (di cui all’art. 89 dello stesso Codice dei contratti), in ogni caso la mandataria deve possedere i requisiti ed eseguire le prestazioni in misura maggioritaria.

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Nei giudizio di opposIzione a D.I., l’onere di promuovere la procedura di mediazione è a carico della parte opposta (CASS. SS.UU. 19596/2020)

Nelle controversie soggette a mediazione obbligatoria ai sensi dell’art. 5, comma 1-bis, del d.lgs. n. 28 del 2010, i cui giudizi vengano introdotti con un decreto ingiuntivo, una volta instaurato il relativo giudizio di opposizione e decise le istanze di concessione o sospensione del decreto, l’onere di promuovere la procedura di mediazione è a carico della parte opposta; ne consegue che, ove essa non si attivi, alla pronuncia di improcedibilità di cui al citato comma 1-bis conseguirà la revoca del decreto ingiuntivo, Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza n.19596/2020

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Obblighi dichiarativi ex art. 80, comma 5, lett. c e b-bis, d.lgs. n. 50 del 2016 e false dichiarazioni. Si pronuncia l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato.

L’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato pronuncia sugli obblighi dichiarativi ex art. 80, comma 5, lett. c e b-bis, d.lgs. n. 50 del 2016 e sulle false dichiarazioni enunciando i seguenti principi di diritto: enunciato i seguenti principi di diritto:
– la falsità di informazioni rese dall’operatore economico partecipante a procedure di affidamento di contratti pubblici e finalizzata all’adozione dei provvedimenti di competenza della stazione appaltante concernenti l’ammissione alla gara, la selezione delle offerte e l’aggiudicazione, è riconducibile all’ipotesi prevista dalla lettera c) [ora c-bis)] dell’art. 80, comma 5, del codice dei contratti di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50;
– in conseguenza di ciò la stazione appaltante è tenuta a svolgere la valutazione di integrità e affidabilità del concorrente, ai sensi della medesima disposizione, senza alcun automatismo espulsivo;
– alle conseguenze ora esposte conduce anche l’omissione di informazioni dovute ai fini del corretto svolgimento della procedura di selezione, nell’ambito della quale rilevano, oltre ai casi oggetto di obblighi dichiarativi predeterminati dalla legge o dalla normativa di gara, solo quelle evidentemente incidenti sull’integrità ed affidabilità dell’operatore economico;
– la lettera f-bis) dell’art. 80, comma 5, del codice dei contratti pubblici ha carattere residuale e si applica in tutte le ipotesi di falso non rientranti in quelle previste dalla lettera c) [ora c-bis)] della medesima disposizione.

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Alla Corte di Giustizia Ue le sanzioni inflitte a chi vende o somministra ai minori tabacco e sigarette elettroniche (Cons. St., sez. IV, 2943/2020)

Ad avvio della Quarta Sezione del Consiglio di stato, nel quadro dei principi del diritto eurounitario e con i criteri interpretativi ritenuti necessitati sulla base dei principi affermati con le disposizioni eurounitarie, così valutando la proporzionalità della sanzione della sospensione della licenza, alla luce della prevalenza del diritto tutelato alla salute del minore e della necessità per l’efficacia della tutela che la sanzione sia dissuasiva, la perdita economica del venditore trova ragionevole giustificazione nel bilanciamento di diritti diversamente tutelati nel settore del commercio del tabacco.

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Contratto, forma scritta “ad probationem”, l’inammissibilità della prova testimoniale non può essere rilevata d’ufficio (Cass. SS.UU. 16723/2020)

Le Sezioni unite civili della Corte di cassazione, risolvendo un contrasto nella giurisprudenza di legittimità, hanno affermato che l’inammissibilità della prova testimoniale di un contratto che deve essere provato per iscritto, ai sensi dell’art. 2725, comma 1, c.c., attenendo alla tutela processuale di interessi privati, non può essere rilevata d’ufficio, ma deve essere eccepita dalla parte interessata prima dell’ammissione del mezzo istruttorio; in particolare, hanno chiarito che, qualora, nonostante l’eccezione di inammissibilità, la prova sia stata ugualmente assunta, è onere della parte interessata opporne la nullità secondo le modalità dettate dall’art. 157, comma 2, c.p.c., rimanendo altrimenti la stessa ritualmente acquisita, senza che detta nullità possa più essere fatta valere in sede di impugnazione.

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Termine lungo per appellare (C.g.a. 20 luglio 2020, n. 639)

Il termine lungo per proporre impugnazione (art. 327 c.p.c.) è perentorio, insuperabile e sottratto alla volontà ed alle scelte processuali delle parti.

Lo ha ribadito Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana nella recente sentenza n.639/2020.

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Compete anche all’A.D. il provvedimento di esclusione dalla gara qualora la stazione appaltante sia una SpA organismo di diritto pubblico (C.d.S. 4401/2020)

Il Consiglio di Stato, sez. IV, Pres. Poli, Est. Conforti, con la sentenza 9 luglio 2020, n. 4401, ha precisato che, qualora la “stazione appaltante” sia un organismo di diritto pubblico avente la forma della società per azioni, la competenza all’adozione del provvedimento di esclusione dalla gara sussiste, oltre che in capo al Rup, anche in capo all’organo della stazione appaltante che, istituzionalmente, assume la posizione apicale.

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Principi informatori del procedimento amministrativo (TAR LAZIO 7849/2020)

In virtù del richiamo esterno operato dall’art. 1 c.p.a., il tradizionale catalogo dei vizi di illegittimità è arricchito di una serie di principi di derivazione euro-unitaria direttamente applicabili nel nostro sistema di giustizia anche nelle materie non rientranti nelle competenze dell’Unione (artt. 3, 4, 5, TUE); i principi di proporzionalità e di adeguatezza costituiscono limiti interni all’esercizio del potere restrittivo dell’amministrazione che il giudice è chiamato a verificare (c.d. test) mediante l’indagine trifasica (di idoneità, di necessarietà, di adeguatezza)

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LA CONSULTA, CRUCIALE LA LIBERTÀ DI STAMPA MA TECNOLOGIE E SOCIAL AUMENTANO I RISCHI PER LA REPUTAZIONE DELLE VITTIME

La Corte costituzionale, con ordinanza n. 132 depositata il 26 giugno u.s., ha rinviato all’udienza del 22 giugno 2021 la decisione delle questioni di legittimità costituzionale sollevate dai Tribunali di Salerno e di Bari sulla legittimità della pena detentiva prevista in caso di diffamazione a mezzo stampa, in modo da consentire al legislatore di approvare una nuova disciplina.

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Il termine per la notifica dell’impugnazione a mezzo pec scade, per il mittente, allo spirare della mezzanotte dell’ultimo giorno (Cass. 6^ Civ. Ord. 12052/2020)

La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 12050/2020 chiarisce che, dopo l’intervento sulla norma da parte della Corte Costituzionale, per il mittente che esegue la notifica a mezzo pec ai sensi dell’art. 16 del dl n. 179/2012, il termine ultimo dell’ultimo giorno utile scade a mezzanotte e non alle ore 21.00.

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